Come sopravvivere ad un capo diabolico

Il vostro capo vi rende la vita difficile? Tanto per cominciare cercate di capire se è davvero così o se siete voi a lamentarvi troppo. Ecco tanti consigli utili per migliorare la situazione

Come sopravvivere ad un capo diabolico 

Molte di noi si sono identificate nella protagonista de Il Diavolo veste Prada per l'incontro/scontro quotidiano con un datore di lavoro assolutamente diabolico. Forse il nostro capo non pretenderà che gli scoviamo la copia dell'ultimo capitolo inedito di Harry Potter, ma in quanto a irragionevolezza, prepotenza e, diciamolo, vera e propria spietatezza .

Se fosse per noi saremmo già scappate da tempo dal suo raggio d'azione ma, complice la recessione, la mancanza di posti di lavoro e il mutuo da pagare, continuiamo ad immolarci ogni giorno in un posto di lavoro infestato dalla sua angosciante presenza. Come fare per convivere con un datore di lavoro così?

Partiamo da due presupposti. Primo, dare la colpa al proprio capo per tutto ciò che va di male nella nostra vita può forse essere terapeutico, ma non migliora minimamente la nostra situazione; solo una strategia chiara per affrontarlo lo farà. Secondo, ci sono molte persone che si lamentano del proprio capo, ma poche si sentono davvero in trappola. Se fate parte della seconda categoria, è meglio mollare il colpo ad ogni costo. Se il vostro capo vi sta rovinando realmente la vita, non ne vale assolutamente la pena; qualsiasi lavoro, anche il più umile, che vi permetta di tirare faticosamente la fine del mese è meglio di questo. Escluso questo caso, ecco alcuni punti chiave che ci aiuteranno ad andare avanti.

I capi davvero malvagi sono una minoranza

E' vero, ci sono i capi profondamente perfidi e sadici, ma sono la minoranza. La maggior parte sono persone normali, più o meno competenti, carismatici, motivati. Persone che lottano per sopravvivere e che spesso si sentono oppresse, esattamente come noi.

Il disagio del capo

Molti capi sono frustrati come noi anche se per motivi diversi; si irritano per la bassa qualità del lavoro dei loro dipendenti, e mal sopportano quella che percepiscono come indifferenza nel confronti del destino dell'azienda. Hanno la sensazione che la cosa più importante per i loro sottoposti sia prendere lo stipendio a fine mese, lavorando svogliatamente con la mente altrove e facendo solo il minimo necessario. Immaginate di dare alla vostra collega del denaro di tasca vostra per svolgere un determinato lavoro, e poi sorprenderla a caricare foto sulla pagina di Facebook. Come vi sentireste?

L'umanità del capo

Il capo può avere problemi col suo capo. Magari è sotto pressione per produrre risultati inavvicinabili, oppure gli sono state fatte delle promesse poi non mantenute. Forse la sua vita privata sta andando a rotoli. Può essere che il vostro boss sia effettivamente una persona totalmente inetta e inadatta a ricoprire quel ruolo, ma più probabilmente è solo un essere umano.

Onestà

Iniziamo ad essere onesti e chiederci se facciamo parte del problema. Siamo davvero spettatori innocenti o abbiamo contribuito attivamente ad instaurare un rapporto insoddisfacente con il nostro capo? Facciamo veramente tutto il possibile per svolgere il nostro lavoro al meglio? E' difficile giudicare obiettivamente il proprio lavoro; si può provare a chiedere ad alcuni colleghi imparziali, restando aperti ad ogni critica possibile anche per quanto riguarda il nostro atteggiamento. Chiediamo anche pareri sul capo: se nessun altro lo disprezza quanto noi, probabilmente dobbiamo iniziare a prenderci le nostre responsabilità.

Strategie

Posto che bisogna per forza trovare un modo per convivere con il capo, proviamo almeno a trovargli delle qualità positive che ci aiutino a sopportarlo. Anche la persona peggiore in genere ha i suoi lati buoni, o magari un hobby in comune con noi, una passione condivisa. Cerchiamo una via per connetterci con lui e che ci permetta di vederlo non solo ed esclusivamente come un essere diabolico e quasi inumano. Alla prima occasione, chiediamogli un parere sulla qualità del nostro lavoro e consigli su come migliorarci, chiarendo che la nostra professione ci piace e ci appassiona e che siamo disposti a dare di più. In quel momento non contestiamo le sue opinioni (anche se ci risultano sgradevoli), ma riserviamoci di riprendere il discorso dopo qualche settimana al fine di verificare se i nostri progressi corrispondono alle sue aspettative ed eventualmente sottoporgli i nostri dubbi. Siamo propositivi, esponiamo nuove idee e progetti extra. In poche parole, facciamo noi il primo passo, mostrandoci entusiasti e volenterosi. Forse non otterremo nulla, ma più verosimilmente il nostro boss sarà incuriosito dalle nostre iniziative e quantomeno curioso di sapere cosa succederà.

Spesso il percorso più facile per ottenere ciò che vogliamo è aiutare gli altri ad ottenere ciò che vogliono; il primo passo è smettere di vedere il nostro capo come una persona buona o cattiva e concentrarci invece sul nostro lavoro, cosa che possiamo e dobbiamo controllare e migliorare.

 

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