Università, come sopravvivere al primo anno fuori casa

Andare a vivere da sole, in un’altra città, per frequentare un'Università lontana, è eccitante, ma allo stesso tempo può spaventare. Ecco qualche consiglio per adattarsi al meglio

Fare l’Università fuori casa

Andare a vivere da sole, in un’altra città, per frequentare un’Università lontana, è eccitante e terrificante al tempo stesso. Ci sono alcuni aspetti a cui è meglio arrivare preparati. Ecco qualche suggerimento.

Imparare a risparmiare

Quando si va a vivere da soli fuori sede, può essere che i genitori diano un fisso in cui rientrare per le varie spese, o ancora che ci si debba arrangiare con qualche lavoretto per gli extra e non solo. In ogni caso, ci si trova (forse per la prima volta) a dover fare i conti con la necessità di stare dentro un certo budget. All’inizio meglio tenere traccia delle varie spese, appuntandosi ogni uscita sul cellulare o su un block notes. Ed è meglio andarci piano, all’inizio, per evitare la figuraccia di doversi presentare dai genitori a metà mese col braccio teso… Non certo uno spettacolo troppo edificante per chi in teoria è così adulto e maturo da andare a vivere da solo.

La questione dei pasti

All’inizio, essere responsabili per i propri pasti può sembrare impegnativo… o l’esatto contrario! Ma sgranocchiare uno snack a mo’ di pranzo e cena non è certo una buona abitudine, per chi studia e non solo. Meglio iniziare a organizzarsi, capire di cosa abbiamo bisogno per la settimana, controllare le offerte al supermercato e preparare il più possibile i pasti in casa – anche quelli da consumare fuori. La cosa più importante è cercare di mantenere una dieta sana e completa, ma in questo modo si risparmieranno anche soldi rispetto a mangiare sempre fuori.

Casa dolce casa

Una delle cose più belle dell’andare a vivere da soli è… godersi la casa. Il silenzio, o viceversa la compagnia di coinquilini simpatici e coetanei. Andare avanti secondo i nostri ritmi senza dover sottostare a regole, orari e bisogni altrui. Ecco, in questo senso la tentazione può essere quella di restare SEMPRE in casa. Ma è bene comunque cercare di uscire dal proprio guscio, approfondire le amicizie con i compagni di corso, andare a zonzo per una nuova città tutta da scoprire.

Non impigrirsi!

Altra grande tentazione del vivere da soli è lasciarsi andare alla pigrizia. Insomma, perché affaticarsi a cambiare gli asciugamani o pulire i vetri quando si può semplicemente evitare di farlo? O peggio: perché studiare oggi se l’esame è tra tre mesi e nessuno ci obbliga a metterci sui libri? In realtà, è esattamente questo che siamo chiamati a fare andando a vivere da soli: essere responsabili per noi stessi. Se abbiamo dei coinquilini, cerchiamo di organizzare turni per le pulizie e le faccende domestiche e dividiamo il materiale da studiare per scadenze.

Al bando la nostalgia

Nonostante tutti i pregi, andare a vivere da soli, lontani dalla famiglia e dagli amici di sempre, a volte può essere un po’ alienante. Basta un piccolo momento di sconforto, la stanchezza, una brutta giornata e subito ci sentiamo improvvisamente… soli. In fondo qui siamo attorniati da perfetti sconosciuti. E allora cerchiamo di capire cosa potrebbe farci stare meglio. Un bel film, una videochat con la nostra migliore amica, fare i biscotti… qualsiasi cosa che diventerà il nostro piccolo-grande momento di conforto.

Via libera alla creatività

E non c’è modo migliore di scacciare la tristezza che rendere il nostro appartamento, o la nostra stanza, veramente “nostri”. Creiamo la nostra “tana” pensando a come decorarla e abbellirla in modo che ci rappresenti di più. E non importa se pensiamo di trasferirci tra non molto. Intanto è questa la nostra casa, no?

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