Anoressia: la testimonianza di chi ce l’ha fatta

L'anoressia è una bestia dalla quale è difficile guarire ma fortunatamente molte ragazze ce la fanno ogni giorno. Questa è la storia di August McLaughlin.

Anoressia: testimonianza di una ragazza

L’anoressia è una bestia contro la quale lottano ogni giorno milioni di ragazze spinte da un insano ideale di perfezione da perseguire. Accanto a tante storie tragiche che spesso terminano con la morte esistono però anche storie a lieto fine che mandano un messaggio di speranza.

E’ il caso di August McLaughlin, una giovane blogger americana che ha deciso di raccontare la sua storia nel sito dove parla della sua vita e che è stata riportata sull’Huffington Post.

August vive a Parigi, dove lavorava come modella. Istigata da un mondo in cui a lavorare erano le taglie-zero e convinta che solo tramite la magrezza avrebbe raggiunto la felicità, inizia a mangiare sempre di meno arrivando a nutrirsi solo di carote e Diet Coke e sfinendosi di attività fisica per bruciare anche le poche calorie ingerite.

Un giorno, dopo uno sfiancante allenamento a stomaco vuoto, è collassata lungo la Senna. Ha raccontato:

Sentivo il sapore del sangue e della terra in bocca e il mio unico pensiero era se la terra contenesse calorie. Sono stata obbligata al ricovero e inizialmente mi sembrava una cosa mediocre, da perdente, ma ben presto ho capito quanto ne avessi bisogno.

Incoraggiata dai terapeuti del ricovero, August assaggia per la prima volta un cucchiaio di gelato al cioccolato e questo innesca una serie di abbuffate che la fanno presto sprofondare nella bulimia:

Non ne potevo più finchè il mio terapeuta mi ha detto che il solo modo di uscire dalla spirale era smetterla di digiunare dopo le abbuffate e iniziare così pian piano una normale alimentazione. Mi sono guardata allo specchio e ho visto il viso gonfio e gli occhi spenti. Li ho deciso che volevo ricominciare a vivere.

E allora August, con la forza della disperazione, inizia a mangiare tre pasti normali al giorno, buttando tutti gli abiti taglia-zero accumulati negli anni e ripromettendosi di non pesarsi almeno per un anno. Il punto di svolta arriva il giorno in cui si rende conto di non guardare più al cibo come a un dovere ma una gioia:

Ho iniziato a seguire un corso di nutrizione e a lavorare come volontaria in una mensa. Una sera mi sono seduta al tavolo della cucina a mangiare pane di mais caldo, appena sfornato, con il chili e una brezza lieve entrava dalla finestra. Finalmente, dopo tanto tempo, mi sono sentita viva.

Ora August ha un rapporto sano con sè stessa e con il cibo e ha voluto raccontare la sua storia per dire a tutte le ragazze che soffrono di anoressia che uscirne è possibile!

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