Vero amore o illusione?

E' la domanda che tutti ci siamo fatti almeno una volta, perchè troppo spesso ci siamo trovati alle prese con amori che sembravano profondissimi e che poi si sono rivelati illusioni.

Vero amore o solo illusione?

Che cos’è l’amore? Perchè gli uomini venerano alcune donne che ispirano loro un profondo rispetto ma desiderano sessualmente altre che stimano poco se non addirittura disprezzano? Abbiamo provato a rispondere con un passo d’analisi di Sigmund Freud.

Nella maggior parte dei casi quello che definiamo amore è soltanto un attaccamento libidico ad un oggetto (che definiremo “oggetto d’amore”): “Suo fine è la soddisfazione sessuale diretta, e l’attaccamento cessa dal momento in cui questa soddisfazione è realizzata” scrive Sigmund Freud in Psicoanalisi della Società Moderna. In verità può accadere che amiamo qualcuno che ci serve soltanto per sostituire un ideale che il nostro io vorrebbe incarnare nella propria persona, ovvero amiamo qualcuno che consideriamo “perfetto”, per raggiungere quella “perfezione” che vorremmo per il nostro io: questo è descritto da Sigmund Freud come uno stratagemma per soddisfare il proprio narcisismo.

Ma come arriviamo ad annullarci per la persona amata e ad umiliarci? Le tendenze rivolte alla soddisfazione sessuale diretta subiscono una completa repressione, il nostro io diviene sempre più modesto mentre l’oggetto (la persona amata) diviene sempre più grandioso ed attira su di sè tutto l’amore che l’io poteva provare per sè stesso. E’ interessante notare che questa tendenza è individuabile maggiormente nell’amore infelice, non ricambiato, e questo perchè – spiega Freud- “nell’amore condiviso ogni soddisfacimento sessuale è seguito da una diminuzione del grado di idealizzazione che si accorda all’oggetto”.

Inoltre quando l’io si abbandona all’oggetto d’amore non c’è più critica, si è completamente accecati da quest’ultimo. Nel caso dello stratagemma atto a soddisfare il proprio narcisismo, l’io fa proprie le qualità dell’oggetto e sembra se ne arricchisca; nel caso dell’annullamento dell’io (quando appunto usiamo dire “mi annullo per la persona amata”) questo si annienta per l’oggetto d’amore. Sebbene possa sembrare che nel primo caso ci sia un arricchimento dell’io, mentre nel secondo caso l’io si impoverisce, in verità non accade nessuna di queste due cose: Freud ci dice semplicemente che lo stato amoroso può essere concepito come un’ introiezione dell’oggetto nell’io.

Vediamo inoltre quando il giudizio è falsato dall’idealizzazione
– quando ci illudiamo di amare una persona anche “sensualmente” a causa delle sue qualità psichiche; 
– quando attribuiamo ad una persona delle qualità psichiche soltanto perchè ci appaga sensualmente .

Già sappiamo che con il complesso edipico il bambino volgerà i suoi primi impulsi sessuali verso la madre: questa fase termina con la rinuncia a tali scopi sessuali infantili e con la pubertà avranno luogo nuove tendenze rivolte verso scopi sessuali diretti. Quando tali tendenze sensuali rimangono separate da quelli che Freud chiama “flusso di sentimenti teneri” si ottiene il quadro svilente del tipico uomo che venera donne per le quali nutre rispetto ma nessun sentimento d’amore, e che va a letto con donne che non stima e addirittura disprezza. Così come l’oggetto d’amore può prendere il posto dell’ideale dell’io anche l’ipnotizzatore lo può fare, per questo lo stato amoroso e l’ipnosi sono assai simili, l’ipnosi si differenzia dallo stato amoroso per l’assenza di tendenze sessuali dirette.

fonti: “Psicoanalisi della Società Moderna” – Sigmund Freud. Newton Compton Editori

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