Come diventare blogger di professione: intervista ad Alice Avallone

Alice Avallone è una 28nne piemontese che qualche anno fa ha lasciato il nostro Paese per diventare una globtrotter e ha raccontato la sua avventura nel blog Nuok. Noi l'abbiamo intervistata, ecco cosa ci ha detto!

A cura di Chiara Ferretti

Siete giovani con tanta voglia di vedere il mondo e di raccontarlo attraverso i vostri occhi? Potreste seguire l’esempio di Alice Avallone, 28enne piemontese che qualche anno fa ha lasciato il nostro Paese per diventare una globtrotter, per l’esattezza una cittadina newyorkese.

La sua idea vincente è stata quella di aprire un blog per raccontare agli amici rimasti in Italia le sue avventure dall’altra parte dell’oceano. Oggi quel blog, Nuok, si è trasformato in un magazine online ed è diventato un punto di riferimento per gli appassionati di viaggi. La redazione si è ampliata e le città sono diventate 58, raccontate da urban reporter giovani e appassionati, che le narrano con originalità e freschezza, dando tanti consigli utili per scoprirle a fondo, consigli che non troverete sulle guide tradizionali, ma creati appositamente da chi quelle città le vive davvero. Volete un esempio? Nuok vi suggerisce le bakery dove trovare i cupcakes migliori di Manhattan, vi parla dei club più cool dove trascorrere le vostre serate, vi fornisce anche una mappa per individuare le case dei vip. Ecco cosa ci ha raccontato Alice:

Parlaci un po’ di te, da dove vieni, cosa hai studiato, quali erano i tuoi progetti, cosa fai ora ecc...

Ho 28 anni, e sono nata e cresciuta ad Asti. Dopo il liceo linguistico ho scelto Lettere Moderne a Genova, per poi finire dopo qualche anno a portare a termine i miei studi all’Istituto Europeo di Design di Torino. Scelsi pubblicità e parallelamente iniziai a lavorare nella comuncazione online. Oggi sono una digital strategist a tempo pieno, lavoro che nemmeno potevo immaginare quando ero piccola. A sei anni volevo diventare una ballerina di danza classica, poi ero così sgraziata, goffa e cicciottella, che abbandonai ben presto le scarpette e il tutù.

Come e quando è nato Nuok?

Nuok è nato nell’estate del 2009, quando sono andata a New York per la prima volta in vacanza. Lì ho incontrato un ragazzo italiano che stava finendo gli studi alla New York University e ho deciso di seguirlo. Scelta azzeccata, oggi è ancora il mio fidanzato! Ad ogni modo, con lui quell’estate ho aperto un blog dove condividere le mie avventure, prima da turista e poi da residente nella Grande Mela. Man mano si sono uniti altri ragazzi che come me si erano trasferiti nella City, e così è nato Nuok. Il nome vuole un po’ scimmiottare un bambino alle prese con le prime parole: come direbbe il nome New York? E voilà, Nuok!

Sei molto giovane, eppure hai dato vita al sito Nuok che è un punto di riferimento per i viaggiatori e si sta ampliando molto: come ci si sente ad essersi realizzati?

Non è assolutamente un punto di arrivo Nuok per me. Piuttosto, un punto di partenza! Non è solo un magazine, è una grande famiglia. In redazione siamo molto affiatati, nonostante le grandi distanze che ci separano.

Tutti i redattori di Nuok sono italiani, e tutti hanno diverse cose in comune: amano viaggiare e raccontare il mondo, sono dei creativi, e sono stanchi di lamentarsi per tutto ciò che non va nel nostro Paese. Tutti noi, ogni giorno, abbiamo a che fare con persone che non rispondono quando inviamo un curriculum, che ci passano davanti grazie a una raccomandazione, o che non sanno fare il loro mestiere e magari sono i nostri capi. Tutti noi passiamo giornate in cui vorremmo scappare dall’altra parte del mondo, e molti dei nostri redattori lo hanno anche fatto: non è un caso che oltre metà dei nuokers vivano all’estero.

Questa situazione però non dev’essere una scusa per disprezzare l’Italia, e neanche per starsene con le mani in mano. Siamo bravi a scrivere? Dimostriamolo, con i nostri articoli. Facciamo fotografie meravigliose? Pubblichiamole. Siamo in grado di offrire un prodotto professionale ma nessuno ce ne ha mai dato la possibilità? Benissimo, e allora creiamolo noi questo prodotto, invece di lamentarci per quello che fanno o non fanno gli altri. Nuok è questo: un aggregatore di energie positive.

Tu ami molto viaggiare… qual è la meta che ti ha dato di più?

Senza dubbio la mia ultima esperienza in Australia. A gennaio sono partita per il Queensland, decisa a prendermi una pausa dal mio lavoro e dal mondo digitale. Mesi prima ho fatto domanda ad una riserva di koala vicino a Brisbane per lavorare come aiutante, e sono stata accettata. Così sono partita e ho vissuto senza internet e cellulari per tre mesi. Ho dato da mangiare ai canguri, coccolato i koala, portato a spasso i wombat, sorvegliato i diavoletti della Tasmania, tirato su serpenti. Ho superato tante paure vivendo così a stretto contatto con la natura, è un viaggio che mi ha profondamente cambiata. Di questa esperienza poi ne ho scritto un libro in uscita il 6 giugno per Zandegù Editore – I dolori della giovane koala keeper – e ne ho realizzato un’app mobile fotografica per Open SevenDays – Il mondo a testa in giù. Nei mesi che sono stata in Australia, ho creato questa pagina Facebook omonima, dove ho cercato di raccontare quotidianamente le mie avventure tra i marsupiali.

Molti vorrebbero imitarti, lasciare l’Italia, magari andare a vivere a NY e rincorrere il sogno americano. Cosa consigli loro? Com’è vivere a NY veramente?

Sono molto convinta che, come diceva Seneca, portiamo sempre in giro noi stessi. È sbagliato credere che New York sia l’incarnazione del sogno americano. Chi ama New York è cieco e non ci sente, e anche io ho avuto un primo periodo iniziale così. A chi mi scrive dovrei solo dire: partite, provate, fate un’esperienza – ma anche a New York si può stare male. New York è una città che ti fa da specchio ingrassante. Riflette e amplifica tutto: la gioia, il vuoto, la follia, il dolore. Cambiare città ti cambia se sei disposto a cambiare dentro. New York poi è crudele. Se hai un problema, te lo fa diventare ancora più gigante. Se stai scappando da qualcuno o qualcosa, prima te la sbatterà in faccia, e poi ti costringerà a fare i conti con te stesso. E può succedere in qualsiasi momento del giorno o della notte. Dopo aver lasciato New York, mi sono innamorata di nuovo, questa volta dell’Australia e delle sue allegre e solari città. Al cuor non si comanda…

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Mi piace molto leggere le vostre recensioni sulle “cose da fare” o delle “cupcakes migliori in città”. Come nascono le idee per i tuoi post?

Lasciamo massima libertà ai nostri redattori. Ogni nuoker ha una città di riferimento, e di solito è quella in cui vive, o in cui passa più tempo e trova maggiori stimoli. Cerchiamo sempre di essere informativi, come una guida turistica, ma pop, come gli articoli che ti fanno sorridere e dimenticare di scendere dalla metropolitana.

Come hai scelto i tuoi compagni di squadra?

Abbiamo una call sempre attiva durante l’anno che invita i ragazzi a candidarsi. Nuok è sì un magazine online con una quarantina di redattori, ma prima di tutto è un gruppo di persone che si stimano e che hanno voglia di lavorare insieme. Anche se è una redazione virtuale, i contatti fra noi sono quotidiani, e periodicamente organizziamo cene e brunch in giro per il mondo, così da conoscerci di persona. La redazione lavora online, ma nel tempo sono nate molte amicizie vere, reali, (e anche amori!) e questo è uno dei risultati che più ci stimola ad andare avanti.

Mai pensato di trasformare Nuok in un lavoro vero e proprio?

Se è vero che Nuok non guadagna nulla, è anche vero che nell’ultimo anno ci sono capitate occasioni di lavoro vere e proprie. Per esempio, in autunno uscirà la nostra prima guida cartacea con un grande editore italiano. Non possiamo dire molto di più, ma è stata davvero una grande soddisfazione. Oppure, parte del nostro network ha da poco concluso un lavoro di contenuti, testo e foto, per l’agenzia B-Reel che ha realizzato il sito di viaggi Escape Flight. Insomma, da un lato Nuok in sè non ha ricavi, dall’altro le occasioni concrete di lavoro si presentano per coinvolgere parte del nostro network.

Che progetti hai per il futuro?

Sto pianificando il mio prossimo viaggio in Oceania, questa volta verso il South Australia. Ma prima ancora, un viaggio tutto europeo, tra Portogallo e Polonia. Sto crescendo anche un nuovo progetto online dedicato ai viaggi e ai viaggiatori, Wowanderlust. Vorrei seguire i loro spostamenti, parlare delle loro storie, dei motivi che portano a muoversi. Vorrei indagare sul perchè ci piace fare la valigia, decollare, salpare, metterci in moto.

All’insegna del: tutto il mondo è paese e meraviglia!

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